Comune della valle Roveto, tra la regione Abruzzo e il Lazio.
Trend popolazione dal 1861
Elaborazioni su dati ISTAT delle statistiche demografiche di Balsorano.
Andamento demografico | Piramide delle età | Censimenti popolazione |
Età scolastica | Struttura popolazione | Cittadini stranieri |
Altri dati
Codice Istat: 066007
Classificazione rischi sismici: 1
Popolazione: 3 228
Densità per Kmq: 54,85
Abitanti: balsoranesi
Altitudine s.l.m.: m. 340
Superficie: 58,85 Kmq
Cenni storici
Santo Patrono: San Giorgio
Festa patronale: 23 aprile
Assieme al nome, che è la corruzione di Vallis Sorana e indica più che un preciso stanziamento, un territorio, il paese ha ereditato anche il Santo che in quei drammatici tempi, sventolava sui vessilli dell’esercito di Bellisario (prima metà del secolo VI). (cfr Maria Concetta Nicolai, Un Santo per ogni campanile, Il culto dei Santi Patroni in Abruzzo, Volume IV, pag. 307)
Etimologia del nome: Denominato anticamente “Vallis Soranae”, per via della vicinanza con Sora, il paese di Balsorano appare citato in alcuni documenti storici ed ecclesiastici già a partire dal X secolo, anche grazie alla frequente presenza in zona dei monaci benedettini. (fonte)
Frazioni
Balsorano Nuovo, Balsorano Vecchio, Case Alfonsi, Case Catena, Case Cerroni, Case Cipriani, Case di Norcia, Case Giovannangeli, Case, Giovannone, Case Marconi, Case Martinelli, Case Pelagalli, Case Pistola, Casino Villa, Collecastagno, Collepiano, Fossato di Sasso, Fosse, Le Castella, Le Fosse, Noce Grande, Ponte Collepiano, Ridotti.
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Castello Piccolomini
Il castello è posto sulla sommità di un’altura presso la riva sinistra del fiume Liri, in prossimità della Valle Roveto, in un contesto paesaggistico bellissimo. Così come si ammira oggi, fu eretto sulle fondamenta di un’altra antica e diruta struttura, da Antonio Piccolomini, nipote di papa Pio II, intorno all’anno 1460, che ne assunse anche la baronia.
I Piccolomini detennero il possesso del castello fino agli inizi del 1700 quando la famiglia si estinse e la baronia di Balsorano passò sotto il dominio del barone Testa, nobile romano i cui discendenti si riapparentarono, in seguito, con i discendenti Piccolomini.
Dai Testa-Piccolomini, il castello e le terre passarono prima al possidente francese Carlo Lefebvre, poi a don Pedro Alvarez del Toledo, marchese di Casafuerte, fino al 1929, quando vennero acquistati dalla famiglia Fiastri-Zannelli che ne mantiene ancora oggi la proprietà.
L’imponente edificio si presenta come una poderosa struttura in pietra, dotata di varie porte d’accesso, delle quali la principale è raggiungibile a piedi dal rigoglioso parco. Ha una pianta pentagonale irregolare con torri circolari agli angoli e coronamento arretrato, che ne sottolineano ancora l’antica funzione militare.
Più incline ai dettami della dimora gentilizia è, invece, l’elegante cortile ad “L” con pozzo al centro, abbellito da bifore e arcate. Gli spazi interni sono in parte alterati dal restauro effettuato negli anni trenta del XX secolo, in seguito al devastante terremoto del 1915, ma conservano ancora elementi antichi di grande suggestione.
Il castello di Balsorano è oggi gestito dalla Società dei Castelli d’Italia, su modello di quelli di Francia e d’Inghilterra, ed è stato trasformato in un albergo-ristorante.
Link: wikipedia Webmarsica Abruzzoturismo